Riecheggi il mare
a frangere i disperati contorni
delle pareti
dove la solitudine ristagna
in figure immobili.
Si apra il trasalire delle onde
per il nostro viaggio,
noi fatti e vela e remo.
Sono un incastrato fossile
senza il ritorno delle tue mani,
una secca conchiglia
riempita di pietra
e non risuona al vento
se tu dentro taci
l’avventura delle parole.
Tu sola hai parole
nell’esperta voce
delle risacche mutevoli
che fanno canto le terre
a ogni nuova aurora.