peso di olive notturne
le lucerne si consumano nel dimenticarti
spalancati quadranti le mattine mi guardano
punte più dure del cedro
più dolci dell’agnella
dirmi del vento che passa nei nidi
che frusta le lame
basso nelle grotte del cuore
dove la società del lupo e del gufo
a uno a uno conta i rimorsi
incredibile prezzo di false promesse
di finti allarmi
dimenticarti come l’ombra sulle pietre estive
come i semi soffocati dai rovi
la morte di ogni giorno
inventa errori sempre più caparbi
per fermare il sangue sulle labbra
il respiro nella pelle
per rubare al sole un tempo definitivo

Gian Giacomo Menon nacque nel 1910 a Medea (Gorizia), allora territorio austriaco. Dal 1937 all’anno della morte (2000) ha vissuto e insegnato a Udine.
Pensiero individualista, solipsista, pragmatista, sostenitore della isostenia dei logoi, definiva così i suoi «segnali di vita»: casualità, nudità, paura.

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