E tu non guardi: oltre le vetrate
vedo l’autunno sciogliersi in lamenti
lunghi di pioggia [di lunga pioggia] e nel tremar dei venti
l’ultima eco della morta estate.
Tu non ascolti: queste desolate
musiche, ritmi di ore impallidenti,
non hanno nel tuo cuor nativi accenti,
come nel mio, di beltà malate.
E tu non parli: parlano soltanto
i rami nudi nella decadenza [nello smarrimento]
umida [umido] delle foglie: triste pianto.
Tu non sei più, ma io ti sento viva,
viva te sola, nella dissolvenza [nello sfacimento]
di questo mondo di ombre alla deriva.