La sua visione dell’amore

Disincanto e pessimismo anche nelle faccende d’amore: «Ogni atto di confricazione con gli altri lo paghiamo caro, solo per pochi attimi illusori, quando troviamo l’oggetto comune che ci accomuna. E’ raro può durare poco, poi svanisce» (note autobiografiche manoscritte consegnate a Maria Carminati e risalenti al 1998); e nell’agosto 1996: «Dicevo, ah dicevo cento anni fa, ah dicevo quanti anni fa, dicevo i corpi si incontrano e si incontrano nel grido comune troppo spesso successivo, poche volte insieme dicevo nell’incontro dei corpi e mai l’anima, la anima mai, è solo illusione presunzione menzogna pretesa»…

Gian Giacomo Menon nacque nel 1910 a Medea (Gorizia), allora territorio austriaco. Dal 1937 all’anno della morte (2000) ha vissuto e insegnato a Udine.
Pensiero individualista, solipsista, pragmatista, sostenitore della isostenia dei logoi, definiva così i suoi «segnali di vita»: casualità, nudità, paura.

web by studio c.coppi

Top