Quando entro per la prima volta in classe ricordo d’aver pensato «questa persona è un ragazzo che non è mai diventato adulto oppure un adulto rimasto ragazzo». Durante il periodo al liceo Stellini Menon mi concesse l’incredibile privilegio di camminare e parlare con lui durante l’ora di recreazione. Una delle cose più importanti che ricordo fu quando mi suggerì di leggere e imparare a memoria una poesia di Alfred de Musset, che ricordo ancora.

 

La tristesse

J’ai perdu ma force et ma vie,
Et mes amis et ma gaieté;
J’ai perdu jusqu’à la fierté
Qui faisait croire à mon génie.

Quand j’ai connu la Vérité,
J’ai cru que c’était une amie ;
Quand je l’ai comprise et sentie,
J’en étais déjà dégoûté.

Et pourtant elle est éternelle,
Et ceux qui se sont passés d’elle
Ici-bas ont tout ignoré.

Dieu parle, il faut qu’on lui réponde.
Le seul bien qui me reste au monde
Est d’avoir quelquefois pleuré.
Gian Giacomo Menon è l’uomo-ragazzo che ho più amato e rispettato nella mia vita. Quello che lui mi insegnò rimase con me per sempre. Ancora oggi lo ricordo come fosse ieri e mi aiuta a superare i momenti difficili della mia vita. Fu per me come un padre, un fratello e quasi un amico.
Lui diresse la mia esistenza con la sua assenza.

 

[La tristezza

Ho perso la mia forza e la mia vita,
e i miei amici e la mia allegria,
ho perduto perfino la fierezza
che mi faceva credere al mio genio.
Quando ho conosciuto la Verità,
ho creduto che mi fosse amica;
quando l’ho compresa e sentita,
ne ero già disgustato.
Eppure essa è eterna,
e quelli che ne hanno fatto a meno
su questa terra hanno ignorato tutto.
Dio parla, è necessario rispondergli.
Il solo bene che mi resta al mondo
è quello di aver pianto, talvolta.
1840 ]

Rossana S.

Gian Giacomo Menon nacque nel 1910 a Medea (Gorizia), allora territorio austriaco. Dal 1937 all’anno della morte (2000) ha vissuto e insegnato a Udine.
Pensiero individualista, solipsista, pragmatista, sostenitore della isostenia dei logoi, definiva così i suoi «segnali di vita»: casualità, nudità, paura.

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